…Sono qui e sono altrove, sono un aquilone e quel filo che mi unisce alla mano di un bambino che ha paura che si spezzi.
Richiesta di aiuto – Non si fa –
Ho seguito ciecamente i miei amori, i miei umori. Ho cercato ciò che perdura, ho provato ciò che passa e più non torna. Mi sono affidato al ritmo, ho spezzato lo strumento del battere incessante. Ho trovato il silenzio – un silenzio tra i molti.
Santo silenzio, pace, espansione in ogni direzione, unione, vicinanza nella lontananza.
Pensieri per le pietre, le radici, le fronde, la cicala; rubati nel vento, bagnati nella polpa di un frutto caduto dal suo ramo, regalati a esistenze ipotetiche, lanciati a chi mi ha dimenticato, a chi mi ha pensato e mai cercato.
Pensieri racchiusi nel palmo chiuso segreto, riposti sotto un sasso, infilati in tasca, sussurrati distrattamente, dimenticati subito dopo. Ritornati e ritornanti sempre diversi, sempre uguali. Ossessioni nate con me, cullate insistentemente, fuggite nella collimazione tra la pupilla e il paesaggio più lontano, a caccia di me che se ne fugge nei boschi, lambite perversioni, necessarie al non asservimento forzatamente automatico.
Parole sconfessate come lo saranno queste, conosciute, ri-conosciute, disprezzate, irricevibili, banali, melense, troppo sentimentali.
Ti ho scritto una lettera –non la riceverai mai.
E’ il cuore che parla. Singhiozzi da una casupola isolata.
– Vuole accettare la chiamata in entrata?
Pensieri in sordina, striscianti, quelli dell’ubriaco alle prime ore dell’alba, quelle del fuggiasco che bisbiglia dietro gli angoli d’infiniti incroci, incomprensibili, allappati in un canto spastico.
Pensieri per te che non ci sei, per te che sei qui e non lo sai, non lo devi sapere.
Per te che aspetti una parola – dolce – che cerchi in me il raccoglimento che vuoi che ti riempia, che ti cerchi, che ti voglia, che ti prenda, che ti pensi, che ti baci, che t’immagini.
Dedizione all’inganno, fedeltà al tradimento, la voce del cuore che sovrasta il boato continuo di un mondo squarciato. Berciare alla voltata di spalle, all’indifferenza distratta.
Pensieri messi in fila come delle bamboline sul muretto a inizio serata quando l’estate è fresca; è il sogno non mai iniziato, mai finito.
Pensieri sfilacciati, cadenti, morenti, estirpati, fatti a mazzetto, appassiti.
Tornava verso casa e non si accorse dei buchi nelle tasche. Gli dettero un ultimatum, se ne dimenticò.
Dove sei? – Non importa. Non sei qui, non sono li.
– Risolino.
Pensieri enormi, incontenibili, indefinibili, hanno soggiogato la mia mente per un anno, scaturiti dai miei sogni, mi hanno schiacciato. Un eco che proveniva da prima che nascessi e che si perse dopo il tempo del mio essere al mondo ma sentiti in un presente, mentre ero assente nella mia lucidità luciferina.
Mi sono pugnalato il petto, vado a passeggio con una nuova medaglia appuntata – onorificenza non gradita.
Mutismo logorroico, eloquenza silente.
Pensieri che esplodono in faccia, liberano le fiamme della rivolta continua, contro se stessi e contro questa normalità. La sentinella dell’anima ha disertato.
Non ho promesse da mantenere, idee da difendere, maledizioni da lanciare, proclami da fare.
Incredibili dolci melodie sussurratemi e riposte al riparo dalle malelingue e dai malocchi. Brezze fragranti, fiato dell’amata a scioglier tutti i crucci , a fare della vita una festa e delle tristezze passate e future oblio.
Parole sigillate nel tuo petto e scivolate oltre le tue palpebre per abbeverare i miei occhi così a lungo disseccati.
– In cambio di una lacrima senza sale.