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La penna sferza la carta con brucianti parole d’Amore e la sua gogna.

La penna

e la sferza

 

Il cuora dell’amante si offre al pugnale dell’amata.

Un cuore

Un pugnale

 

Il frutto più dolce è quello dell’Amor corrisposto. Gli amanti si specchiano l’uno nell’altro, i loro occhi magneticamente si incontrano.

Il frutto più amaro è quello dell’amore tradito, calpestato, ignorato, dileggiato, evitato, strangolato, insultato, lasciato a mendicare la sua fame.

Il frutto più dolce

Il frutto più amaro

 

Il sorriso dell’amata ritorna, nella sua bellezza crudele a sconfiggere un oblio impossibile.

Il sorriso dell’amante scacciato è l’ultimo dono dato all’amata prima di inseguire la chiamata d’un oblio forzato.

Un sorriso

e l’oblio

 

Il dilemma dell’amante seviziato: salvare la propria vita e lasciare così chi della sua vita voleva fare dono o restare fedele al suo Amore e andare incontro a Morte per mano della persona amata?

Andarsene

o restare

 

Troppi silenzi vengono fatti cadere nel cuore sventurato dell’amante esiliato. Egli cerca invano la luce riflessa del cuore dell’amata ad illuminare l’ignoto nella quale brancola.

Troppe parole affollano i suoi pensieri che si gettano errabondi oltre l’illuminata finitezza che il suo cuore getta sui suoi passi.

Troppi silenzi

e troppe parole

 

L’amante si getta nel fiume per soffocare la sua pena incontenibile. Spinto da parole mendaci vuole vedre se è pur vero che l’amata desidera la sua scomparsa.

L’amante

e il fiume

 

Al calare della notte la bestia rientra nella sua tana nascosta tra i monti. Allo stesso modo l’amante offeso si nasconde dalla luce e dagli sguardi altrui. Soffocato il suo canto fiero, deposte le armi, corre a nascondere il suo Amore vano. Mentre cura le sue ferite, attizza affannosamente i carboni ardenti del suo cuore.

La bestia

e la tana

 

Il poeta canta la sua pena e la espone al mondo. La sua voce si spande nell’aria a invocare il tanto sperato aiuto divino. Vorrebbe diversamente cantare la più dolce delle lodi d’Amore con un inno per la più bella delle dee.

Il canto

e la pena

 

L’azzardo continuo dell’amante che segue le illusioni del suo cuore senza riguardo per se stesso. Egli segue la sua amata nel suo paese natale.

Azzardo

senza riguardo

 

Il dono d’amore posto dinanzi ai piedi dell’amata viene schifato. L’amata abbandona l’amato che tenta di ricomporre i frammenti del suo cuore depredato.

Il dono

e l’abbandono

 

La ferita aperta stilla il rosso sangue dell’amante sbigottito. Invano aveva atteso il balsamo d’Amore. Esangue ma innamorato va incontro a morte con triste letizia.

La ferita

e il balsamo

 

Tutti cercano ciecamente di salvarsi e si aggrappano disperatamente a tutti gli appigli disponibili.

Per non cadere nel nostro abisso scaliamo la massa infinita di corpi i quali si aggrappano l’uno all’altro. Gli artigli scavano le carni che a brandelli cadono nel vuoto.

Tutti si vogliono salvare e folli, nel nostro tentativo, sacrifichiamo ciò che c’è di più caro e prezioso. Ignari della nostra perdizione, digrignamo i denti con un sorriso folle dipinto sulle nostre maschere corrucciate. Lasciamo bellezza e grazia e continuiamo la nostra scalata senza fine.

Sacrificati per salvarti. Segui il tuo cuore ovunque ti porti.

Accetta tutte le conseguenze della tua remissione.

Onora ciò che di più caro la vita rappresenta, Amore… Bellezza…

Ringrazia tradimento, ama con tutto te stesso senza riserve, senza salvarti.

Innalzati, grazia ti sostiene, Amore ti guida.

Selvatico è quel cuore che non vuole sentire ragioni ma vuole essere ebbro, forte del suo coraggio, libero.

Quanta pena può contenere il tuo cuore?

Quanta pena può contenere il tuo cuore senza smettere di amare?

Datti tutto rischia tutto.

Il sacrificio

e la salvezza

 

Claudio Cristini © 2024